Nennélla
Nel cuore della Napoli sotterranea, dove l'eco dei bombardamenti rimbombava come il tuono, si racconta di Nennélla, a' Scugnizza riccia. Figlia della guerra napoletana, aveva imparato a conoscere ogni anfratto dei sotterranei, dove la pietra millenaria proteggeva i suoi abitanti dai terribili attacchi aerei.
Nennélla si distingueva per la sua generosità. Nonostante le difficoltà, era sempre pronta a dare aiuto a chiunque ne avesse bisogno. Ma fu un gesto in particolare che la trasformò in un'eroica figura tra i rifugi della Napoli sotterranea.
Una notte buia e tempestosa, mentre le sirene ululavano nell'aria, un bambino smarrito e piangente venne portato dai suoi genitori nel rifugio in cui si nascondeva Nennélla insieme ad altre famiglie. Il piccolo aveva paura, non riusciva a smettere di piangere e tremava come una foglia.
Nennélla, con i suoi occhi vivaci e il cuore gentile, si avvicinò al bambino. Si inginocchiò accanto a lui e iniziò a raccontargli storie di coraggio e speranza, come solo una giovane nata dalla guerra sapeva fare. Gli sussurrò che nel buio c'erano stelle nascoste, come nei vicoli di Napoli, e che avrebbero protetto lui e la sua famiglia.
Poi, con un sorriso radiante, Nennélla prese un pezzo di carbone e disegnò stelle luminose sul soffitto roccioso del rifugio. Quando il bambino vide le stelle brillare, il suo pianto si trasformò in un sorriso di meraviglia.
Da quel giorno, Nennélla divenne nota come la "Stellina di Napoli Sotterranea". Ogni volta che le sirene ululavano, lei distribuiva conforto, speranza e sicurezza, illuminando i cuori delle persone con la sua gentilezza.
La leggenda di Nennélla, la scugnizza riccia, sopravvisse al tempo, come una stella luminosa tra le memorie della Napoli sotterranea, una figura che aveva donato luce nei giorni più bui della storia della città.